IL GLOBAL WARMING

 

Il Global Warming è un termine usato per indicare un aumento della temperatura media della Terra in un periodo più o meno limitato di tempo.

Nel corso degli ultimi due secoli, abbiamo assistito a un riscaldamento abbastanza marcato: questa fase è iniziata nei primi anni del XX secolo e ha raggiunto il suo culmine intorno agli anni ’90 dello stesso secolo. Lo scopo di questo articolo non è però parlare del passato, ma gettare lo sguardo oltre per capire bene se sia in atto ancora una fase di riscaldamento oppure se invece sia in atto una fase di raffreddamento e quindi di global cooling.

 

Premesso che non voglio citare alcun nome di scienziati o pseudo scienziati, in questo articolo mi limito ad analizzare alcuni dati provenienti da satelliti e quindi si tratta di informazioni di sicura attendibilità, poiché sono strumenti molto affidabili e con scarsa propensione all’errore.

 

Limitandoci al solo 2011, non si può non notare che il Global Warming sia in ascesa e su questo nessuno può obiettare. A riguardo basta pensare che a giugno la temperatura è stata 0,15  gradi sopra la media: sembrerebbe poco, ma non lo è in quanto lo si deve pensare a livello globale.

 

Ecco, questo è un esempio oggettivo di rilevazioni, c’è chi mi ha detto in tempi non sospetti che questi dati possano aver subito dei ritocchi da parte di presunti caldisti (che poi cosa vuol dire caldista?). Io mi domando questo adesso: che interesse ci sarebbe nel dire che c’è un riscaldamento? Bene a questa domanda mi è già stata data una risposta che mi ha lasciato alquanto perplesso, sono stato costretto ad ascoltare che ci sono degli interessi per il turismo nell’aumentare i rilevamenti termici mondiali. Ma mi volete dire se avete tenuto conto del fatto che l’aumento di temperatura del pianeta provochi un aumento del 25% dei fenomeni estremi? Non credo proprio.

 

Andando oltre, chi crede a possibili scenari di raffreddamento, purtroppo lo pensa solo con la propria fantasia in quanto non c’è alcun dato oggettivo che supporti queste tesi.

 

Con questo chiudo l’articolo, ribadendo ancora una volta che è ancora in atto un riscaldamento globale, anche se negli ultimi mesi si è un po’attenuato grazie alla presenza della Nina, vale a dire quell’anomalo raffreddamento delle acque del Pacifico Occidentale; bisognerà nei prossimi anni prestare molta attenzione agli effetti che tale riscaldamento produrrà a livelli locali: a riguardo ecco un elenco dei fenomeni estremi prodotti proprio dal global warming a scala europea:

-Anno 1998: si verifica un anno particolarmente caldo con anomalie positive superiori al mezzo grado.

-Anno 2002: estate più fredda e piovosa per l’Europa occidentale, mentre dalla Grecia verso Est si verificano temperature da record prossime ai 50 gradi.

-Anno 2003: estate più rovente di sempre sull’Europa.

-Anno 2007: Inverno più mite su tutta l’Europa e non solo, addirittura 25-28 gradi in alcune zone del Piemonte il giorno 19 gennaio. Il tutto si ripeterà il 26 gennaio 2008 con valori un po’più bassi ma comunque da record.

-Anno 2010: Caldo record in Russia, oltre 40 gradi a Mosca.

 

Come si può vedere che piaccia o no è in atto un riscaldamento non solo globale ma anche a scala locale: è inutile credere a fandonie del tipo: trend anni 2000 all’insegna del raffreddamento perché NON è ASSOLUTAMENTE VERO, semmai dagli anni 2000 per l’Europa si è aperto un periodo caratterizzato da temperature più elevate.

 

Uno sguardo, infine a margine di quest’articolo, vorrei dedicarlo alle molte donne che in questi ultimi anni stanno entrando gradualmente nel mondo della meteorologia, anche in televisione: ben vengano, purché siano esperte in materia, vorrei inoltre cercare di convincere le menti ottuse che quando si vede una donna in TV che parla di meteo non si deve pensare che sia un’ignorante, incapace messa lì solo a far figura, ma bisognerebbe pensarle anche in chiave professionale: basti considerare che in Inghilterra ci sono molte più meteowomen che meteomen.

 

 

 

 

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