GLI ANTICICLONI: COSA SONO E LE
LORO CONSEGUENZE SULL’ITALIA
Gli anticicloni sono delle zone di alta pressione a forma circolare o ellittica, che causano delle variazioni meteorologiche. All’ interno i venti sono a regime di brezza e soffiano in senso orario nell'emisfero boreale e antiorario in quello australe. L'aria, viene
schiacciata dall’alto verso il basso e per questo si stabilizza (fenomeno detto subsidenza), dissolvendo spesso le nubi.
Esistono, per l’Italia tre distinti anticicloni:
-ANTICICLONE DELLE AZZORRE: è un area di alta pressione che ha la sua sede proprio nell’omonimo arcipelago sito in pieno Oceano Atlantico, può assumere due posizioni diverse e mediante esse condizionare in modo opposto il tempo sulla Penisola. Nella stagione estiva, l'anticiclone è solito espandersi verso est interessando tutto il bacino del Mediterraneo e l’Europa centrale, dal sud dell’Inghilterra fino all’Italia. Il suo bordo meridionale, rappresentato spesso dalle coste NordAfricane e ivi si fonde con l'Anticiclone subtropicale africano. Con questa configurazione, le condizioni atmosferiche risultano stabili in gran parte dell'Europa centro-meridionale, dove però possono verificarsi locali fenomeni temporaleschi termoconvettivi, specie nelle zone interne e montuose, ad evoluzione diurna quando in quota transita aria fredda che si scontra con l'aria calda che si solleva a seguito dell'intenso riscaldamento. C’è però da dire che a monte di questo anticiclone c’è una depressione: la depressione di Islanda che a fasi alterne invia impulsi perturbati verso l’Europa e le zone che, mediamente una volta ogni 5-6 giorni, vedono il passaggio di una perturbazione, sono quelle che rappresentano i “contorni” dell’anticiclone, vale a dire l’Inghilterra, Il CentroEuropa(Alpi e Nord Italia compresi) e una parte dei Balcani. Ci sono però alcune eccezioni, durante la stagione estiva; a volte, può capitare, infatti come è successo nel 2002, che l’Anticiclone si espanda verso Nord, saldandosi con quello scandinavo e quindi portando gran caldo (per il posto) tra Nord Inghilterra e Scandinavia e abbondanti piogge e fresco nel Sud Europa per venti da NE che scivolano sul bordo destro dell’Anticiclone.
In inverno, invece,
l'Anticiclone delle Azzorre può sia rimanere in Oceano Atlantico, sia posizionarsi in senso meridiano, andandosi a saldare con
quello russo scandinavo formando il cosiddetto ponte di Weikoff,
che porta sull’Italia venti forti nord-orientali. In questo caso spesso si
formano depressioni sul mediterraneo centro - meridionale, che determinano
condizioni di tempo molto perturbato su tutta l'Italia meridionale e sul medio-basso
versante Adriatico, dove spesso può nevicare anche in pianura e lungo le coste,
mentre in questo scenario l'Italia settentrionale e il medio tirreno si
ritrovano riparate rispettivamente dalle Alpi e dagli Appennini e sono interessate da
giornate ventose con cielo sereno e terso. Può però anche capitare che in
inverno l’anticiclone delle Azzorre si espanda verso est, proprio come avviene
in Estate e così sull’Italia si hanno giornate
soleggiate e mediamente miti al centro sud, con calma di vento, discorso
diverso per il nord e ovviamente anche il Centro Europa, che vedono nebbie
diffuse e persistenti e temperature prossime o anche sotto gli zero gradi.
Un’immagine dell’Anticiclone delle Azzorre esteso sull’Italia
-ANTICICLONE SUBTROPICALE AFRICANO: è un'area di alta pressione di natura subtropicale continentale, che
interessa in modo pressoché permanente tutta l'area
dell'Africa settentrionale occupata dal deserto del Sahara,
dove garantisce una continua e persistente stabilità atmosferica. A volte può
espandersi verso nord, raggiungendo le coste di Tunisia, Marocco, Algeria….
Quando si forma una lacuna barica sull’Atlantico portoghese, tra le
isole Canarie, il Marocco e la Penisola iberica, si innesca un'ulteriore espansione di questa area di alta
pressione verso nord che raggiunge così il bacino del Mediterraneo e
l'Europa meridionale, dove spesso riceve il contributo del su citato
Anticiclone delle Azzorre. La risalita verso nord dell'anticiclone subtropicale
africano fino al Mediterraneo, determina la formazione di un promontorio di
alta pressione, comunemente chiamato anche gobba di cammello, che viene affiancata da una depressione ad Ovest e una ad Est.
Quest’espansione determina stabilità atmosferica con temperature sopra le medie
e porta tempo mite nelle stagioni intermedie ed in
inverno(anche se con nebbia nelle valli) e un caldo molto intenso, specie nelle
valli e nelle pianure se tale configurazione si verifica in estate, c’è anche
da aggiungere che, attraversando il Mediterraneo, le correnti che
accompagnano l’Anticiclone africano, si caricano di umidità, determinando
condizioni di caldo afoso e grosso disagio per tutti i soggetti, specie anziani
e bambini. D’estate, la presenza dell'anticiclone subtropicale africano è
sempre accompagnata da elevatissimi valori di altezza geopotenziale,
è riconoscibile quindi dalla pressoché totale assenza di
attività cumuliforme nelle zone interne, per l'elevata
stabilizzazione atmosferica che si verifica a tutte le
quote, impedendo il classico temporale pomeridiano sui rilievi. Questa area di alta pressione ha da sempre accompagnato le
ondate di calore che hanno interessato l'Italia, come quelle dell'agosto 1958,
luglio 1983, giugno 1990, luglio 1998 e giugno-luglio 2007, la più forte ondata
di caldo degli anni 90-2000 se si esclude ovviamente il rovente 2003.
Un immagine dell’anticiclone africano esteso sull’Italia
-ANTICICLONE RUSSO-SIBERIANO: In meteorologia e climatologia indica una figura di
alta pressione di natura artica-continentale, che si origina in inverno nella zona
compresa tra Russia europea, Siberia e Mongolia.
La sua genesi è da ricercarsi nel fortissimo raffreddamento
subito in inverno da queste terre, data la lontananza dai mari e la
scarsissima insolazione (l'intera zona è situata
a latitudini piuttosto settentrionali). In estate non si forma
proprio per l’assenza della neve al suolo e delle temperature più elevate.
Questa figura anticiclonica determina in
maniera preponderante il tempo invernale in una vastissima area del
continente eurasiatico: oltre alle zone direttamente interessate, influisce
costantemente su tutto l'estremo oriente asiatico (fino a Cina e
Giappone) e, più raramente, sull'Europa (specialmente quella orientale)
portando tempo molto freddo e generalmente secco; dove le masse d'aria fredda
incontrano ostacoli si hanno invece abbondanti
nevicate.
Interessa raramente anche l’Italia e il suo arrivo
porta tempo generalmente secco sul Tirreno e Il nord, mentre porta tanta neve
anche lungo la costa dalla Romagna alla Puglia, interessando, ma a quote più
alte anche Lucania, Calabria e Sicilia. A volte, se le masse d’aria si muovono
più verso occidente che verso Sud anche il Nord può vedere delle nevicate per
via dello stau indotto dalle Alpi: le zone più
colpite risulterebbero il Piemonte occidentale(asse Torino-Cuneo), il nord ovest della Lombardia(Varese,
Sondrio) e più raramente tutta la bassa Padana.
I record mondiali di pressione e
di temperature minime si riscontrano nelle zone interessate da questa
figura pressoria; l'attuale record pressorio fu osservato
in Mongolia il 18 dicembre 2001, quando si toccarono i 1.085,6 hPa, mentre il
primato del freddo è conteso fra le località Jacute di Verchojansk e Ojmjakon,
dove il termometro può sprofondare fino a temperature ben inferiori ai
60 °C sotto lo zero, c’è però da dire che non si tratta di dati
ufficiali.
Anche sulla parte
centro-settentrionale dell'America Settentrionale (Grandi
Pianure di Canada e Stati Uniti) si forma una figura
analoga; date le minori dimensioni continentali americane, però, questo anticiclone non raggiunge l'importanza del suo
collega eurasiatico.
Anticiclone
russo-siberiano espanso fin sull’Italia
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